Nel 2008, grazie al ritrovamento di alcuni documenti, è stato attribuito a Donatello il Crocifisso della chiesa di Santa Maria dei Servi in Padova, una scultura monumentale in legno dipinto, che dal 1512 – anno del prodigioso sanguinamento raccontato dalle cronache – è stato gelosamente custodito in una cappella a lui dedicata. Celato alla vista dei più, e ridipinto con una patina a finto bronzo che ne ha modificato radicalmente l’aspetto, il Crocifisso è giunto fino a noi sano e salvo, ma privato del nome del suo celebre autore.
Il lungo e delicato restauro condotto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo conferma ora l’altissima qualità dell’opera e la paternità donatelliana. La mostra al Museo Diocesano offre l’occasione di ammirare in condizioni davvero irripetibili il Crocifisso “svelato”, prima che venga ricollocato sul suo altare nella chiesa dei Servi.
Padova riacquista così un capolavoro che si affianca alle altre opere realizzate da Donatello durante la sua permanenza in città (1443-1453) – il monumento equestre al Gattamelata, l’altare e il Crocifisso bronzeo per la Basilica di Sant’Antonio – e aggiunge un ulteriore tassello alla vicenda biografica dell’artista.
Accanto a quello dei Servi, in uno scenografico allestimento sono esposti anche gli altri due grandi Crocifissi noti di Donatello, quello ligneo della chiesa di Santa Croce a Firenze e quello bronzeo della Basilica del Santo. Un’opportunità unica di vedere accostati e da vicino i tre grandi capolavori nei quali il maestro fiorentino ha affrontato il tema centrale della fede cristiana, leggendo attraverso di essi il percorso compiuto dall'artista dagli anni giovanili alla piena maturità.
Il Crocifisso di Donatello della chiesa dei Servi in Padova dopo il restauro, esposto al Museo Diocesano nel 2015 nella mostra Donatello svelato. Capolavori a confronto.