Dopo un lungo e difficile restauro domenica 18 dicembre 2011 è stata presentata al pubblico la Cappella del
velarium, ambiente absidato collocato sul lato sud-orientale della Sala dei Vescovi nel Palazzo Vescovile.
I lavori, iniziati nel giugno 2010 e conclusi nell’aprile 2011, sono stati finanziati dal club
Lions Padova Certosa, che ha provveduto anche al nuovo impianto di illuminazione.
La cappella, adibita a sala espositiva dall'apertura del museo nel 2000, comunica con il Salone dei Vescovi e si affaccia a est su via Vandelli, sporgendo dalla compatta massa muraria del palazzo in posizione speculare rispetto alla più nota cappella di Santa Maria degli Angeli, affrescata entro il 1495 da Jacopo da Montagnana su incarico del vescovo Pietro Barozzi. Già durante i lavori precedenti all'apertura del museo, alcuni saggi eseguiti sulle pareti della cappella avevano portato alla luce frammenti di decorazione, ma solo dopo dieci anni è stato possibile dare corso al restauro, con l'obiettivo di ripristinare per quanto possibile nella sua interezza la decorazione di questo spazio.
La fase di “scoprimento” si è rivelata subito molto difficile: infatti ben otto strati di tinteggiature di intonazioni e composizione diverse coprivano il colore originale, peraltro non realizzato a buon fresco ma, almeno in parte, a secco.
Dopo gli scarsi risultati ottenuti con le motodologie tradizionali, grazie alla tecnologia
laser ablation è stato possibile rimuovere mediante gli strati soprastanti, limitando al massimo le perdite di colore.
La decorazione emersa, di gusto schiettamente rinascimentale, si stende sulle pareti, sulle volte a crociera e nell’abside, e fu realizzata probabilmente agli inizi del Cinquecento per volere del vescovo Pietro Barozzi, il cui stemma compare più volte dipinto, oltre che scolpito sull'architrave della porta di ingresso.
L’elemento forse più interessante della decorazione è il finto tendaggio dipinto (velarium) che “pende” dalla modanatura inferiore del fregio lungo tutte le pareti, un tema che si trova già nella pittura romana tardo antica e poi in quella medievale: da questo elemento prende oggi provvisoriamente il nome la cappella.
Al termine della fase di scoprimento si è passati al consolidamento dell'intonaco e della pellicola pittorica; poi la stuccatura delle lacune; infine la fase di integrazione pittorica con la quale è stato possibile migliorare la presentazione estetica complessiva e restituire una leggibilità che era stata profondamente compromessa dalle vicende conservative succedutesi nel tempo.
Il percorso del Museo Diocesano si arricchisce così di nuovo interesse e il complesso monumentale del Palazzo Vescovile recupera un altro pezzo della sua storia rinascimentale.
I lavori sono stati condotti dalla ditta
Arlango Restauro e Conservazione Beni Culturali di Vicenza sotto la direzione di Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano, e di Monica Pregnolato, funzionario della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici.
Il nuovo impianto di illuminazione è stato realizzato da Tecnosystem con i corpi illuminanti di Turnlights di Vicenza, con la direzione di Antonio Stevan, autore anche del progetto tecnico.
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